Negli ultimi anni il settore delle macchine industriali sta vivendo un cambiamento profondo, e tra i protagonisti di questa trasformazione troviamo le autogrù elettriche. Se fino a poco tempo fa erano considerate una curiosità o una soluzione “di nicchia”, oggi rappresentano un vero passo avanti nell’evoluzione delle attrezzature da sollevamento. Al centro di questa rivoluzione ci sono le batterie, che stanno cambiando rapidamente per rispondere alle esigenze di potenza, affidabilità e autonomia richieste nei cantieri moderni.
Le prime autogrù elettriche puntavano soprattutto sulla praticità: zero emissioni, meno rumore, possibilità di lavorare in ambienti chiusi senza problemi. Tuttavia, l’autonomia limitata rappresentava un freno. Le batterie tradizionali al piombo – più robuste che performanti – garantivano sì una buona stabilità, ma non erano in grado di sostenere turni intensivi o cicli di lavoro prolungati.
La vera svolta è arrivata con la diffusione delle batterie al litio, che hanno rivoluzionato l’intero comparto della movimentazione industriale. Il litio ha permesso di ottenere capacità più elevate con pesi inferiori, una ricarica più rapida e una gestione dell’energia decisamente più efficiente. Le autogrù elettriche dotate di questa tecnologia possono oggi affrontare turni di lavoro molto più lunghi, mantenendo un livello di prestazioni costante lungo tutta la giornata.
Un altro elemento che ha spinto l’evoluzione delle batterie per autogrù è l’introduzione dei sistemi di gestione elettronica, i cosiddetti BMS (Battery Management System). Se prima la batteria era un semplice accumulatore di energia, oggi è un componente intelligente che controlla temperatura, stato di carica, cicli di utilizzo e perfino la distribuzione della potenza in base al tipo di manovra richiesta. Questo ha permesso non solo di aumentare la sicurezza, ma anche di prolungare significativamente la vita utile delle batterie, riducendo i costi operativi.
Parallelamente, i produttori stanno sperimentando soluzioni ancora più avanzate, come le batterie LFP (litio-ferro-fosfato), particolarmente apprezzate per la loro stabilità termica e la lunga durata nel tempo. Per gli ambienti industriali, dove affidabilità e sicurezza sono priorità assolute, questa combinazione rappresenta un vantaggio enorme. È sempre più comune vedere autogrù elettriche progettate fin dall’inizio per ospitare pacchi batteria modulari, così da poter sostituire o ampliare la capacità energetica senza interventi invasivi.
La ricerca non si ferma qui. Stanno iniziando a comparire soluzioni ibride che affiancano batterie ad alte prestazioni a sistemi di recupero energetico, capaci di immagazzinare parte dell’energia generata durante le manovre di sollevamento o abbassamento del carico. Inoltre, alcune aziende stanno lavorando su batterie con ricarica ultrarapida, pensate per ridurre al minimo i tempi morti nei cantieri dove ogni minuto di fermo si traduce in costi aggiuntivi.
Il percorso di sviluppo delle batterie per autogrù elettriche non è soltanto una questione tecnologica, ma anche culturale. Sempre più imprese stanno valutando l’impatto ambientale e acustico dei propri mezzi di sollevamento, e la possibilità di adottare soluzioni pulite ed efficienti rappresenta un valore importante, oltre che un vantaggio competitivo. L’evoluzione delle batterie sta quindi contribuendo a ridefinire non solo le prestazioni delle macchine, ma anche il modo in cui i cantieri si organizzano e lavorano.
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